Sindrome metabolica: si contrasta mangiando avocado

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L’avocado, un frutto oggi sempre più diffuso anche nel nostro Paese, è uno scudo contro la sindrome metabolica, quell’insieme di fattori di rischio, tra cui la glicemia alta, colesterolo, pressione sanguigna e obesità, che portano ad aumento del rischio di diabete di tipo 2 e di malattie cardiovascolari. La conferma arriva da una revisione della letteratura scientifica condotta presso l’Università di Scienze mediche di Mashhad, in Iran, e pubblicata sulla rivista Phytotherapy Research.

La revisione, che ha preso in considerazione studi in vivo e in vitro, su animali e sull’uomo, conferma i risultati degli studi riportati in letteratura scientifica. “E’ un frutto molto oleoso che ha effetti benefici sulla salute perché ha un profilo nutrizionale simile all’olio di oliva. Entrambi sono ricchi di acidi grassi monoinsaturi, principalmente acido oleico”, chiarisce Rosalba Giacco, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del Cnr di Avellino. Nell’avocado, precisa l’esperta in nutrizione della Società italiana di diabetologia (Sid), “ne abbiamo 16 grammi e nelle olive 17 ogni 100 grammi di prodotto edibile”.

Questo spiega gli effetti ipoglicemizzanti dimostrabili anche nell’uomo: “gli acidi grassi monoinsaturi, se consumati in sostituzione dei grassi saturi, migliorano la sensibilità all’insulina e, quindi, la glicemia; abbassano i livelli di colesterolo ‘cattivo’, aumentano quelli di quello ‘buono’ e abbassano i trigliceridi”. L’avocado ha anche “un elevato contenuto di fitosteroli, che diminuiscono l’assorbimento di colesterolo, e un elevato contenuto di potassio che giova alla pressione”.

Inoltre, prosegue Giacco, “contiene molti polifenoli, che riducono la glicemia poiché’ inibiscono gli enzimi deputati alla digestione dell’amido”. Per tutti questi motivi, conclude, “sostituire nella dieta grassi assunti da avocado a quelli saturi può aiutare a contrastare la sindrome metabolica, anche e soprattutto in persone con diabete di tipo 2, che sono spesso affette da dislipidemia e ipertensione. Ne bastano circa 150 grammi al giorno, ma tenendo presente che è molto calorico”.

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